Le ragioni dell’intervento

La Tunisia è un paese in continuo movimento e trasformazione. Il Paese, uno dei primi coinvolti dalle primavere arabe, nel 2014 si è dotato di una nuova costituzione che garantisce un impianto giuridico moderno, libertà di credo e di coscienza, libertà di espressione e di stampa, d’associazionismo e di sciopero. Inoltre l’uguaglianza di diritti e doveri tra uomo e donna e le pari opportunità sono centrali nel futuro del Paese, ribadito nella carta costituzionale dalla volontà di porre la donna come protagonista nello sviluppo economico tunisino.

A questo aumento di garanzie nel campo dei diritti civili della popolazione si affianca una preoccupante crescita del fenomeno della radicalizzazione dei giovani tunisini. Questo fenomeno ha trovato nelle nuove tecnologie e nei social media un importante strumento di diffusione per un’aggressiva propaganda a favore di movimenti islamisti radicali. Infatti, la Tunisia è uno dei 10 paesi da cui partono il maggior numero di tweet a sostegno dell’ISIS.

Importanti centri di ricerca (Foreign Policy, Brooking Institute, ISPI) rappresentano la Tunisia come uno dei principali paesi di partenza di numerosi foreign fighters che vanno a combattere a fianco di al-Nusra e ISIS (più di 3.000 nel 2015, 22.000 secondo fonti americane).

Nel marzo 2017, insieme al nostro partner locale IDH (Institut du Développement Humain) abbiamo distribuito circa 400 questionari tra i giovani di 12 regioni tunisine. Dai dati raccolti si evince che il fenomeno della ‘radicalizzazione’ è più marcato nelle banlieue di Tunisi e dalla ricerca appare chiaro il collegamento tra povertà e rischio di radicalizzazione. Un dato importante, considerando che il 32% – il doppio rispetto alla media europea – dei giovani nella fascia 15-24 non hanno un lavoro e non frequentano la scuola (dati dell’International Labour Organisation).

Questi sono solo alcuni dei motivi che ci hanno spinto nel 2017 ad iniziare attività di prevenzione dell’estremismo violento rivolte ad adolescenti e giovani tunisini, attraverso l’educazione alla pace. Inoltre, i nostri interventi promuovono l’empowerment socio-economico e l’equità di genere, valorizzando il ruolo cruciale e attivo che le donne possono giocare contro la radicalizzazione attraverso opportunità di formazione per giovani a rischio, business sostenibile, inclusivo e integrato nel mercato.